Ma c’era proprio bisogno di aprire un sito internet della nostra parrocchia, la Madonna della
Guardia? “Bisogno” proprio no, a dire il vero. Anche perché nessuno di noi ha effettivamente
bisogno di aumentare i suoi vari impegni parrocchiali: come dire?, ne abbiamo già abbastanza.
Bisogna pur aggiungere che non sarà certo internet a risolvere i nostri problemi pastorali, della
catechesi, né ci aiuterà a trovare più lettori o animatori per i giovani. Inutile illuderci su questo
versante. Tanto più che la maggior parte di noi manifesta qualche evidente allergia al computer, o
almeno incompatibilità.
Ma pensiamo per un attimo alle parole, proprie del linguaggio informatico, che noi usiamo…
Parliamo, prima di tutto, di “salvare”. Nel tentativo di sottrarre all’oblio, di far giungere a qualcun
altro, di fermare un pensiero, una parola, di renderla pronta a nuovi accessi, a nuove comunicazioni.
Salvare, anche nel regno del Web, è operazione necessaria. E se ogni atto del “salvare”, anche
quello eseguito nel computer, fosse traccia della nostalgia che è in noi di essere salvati? Mah...
Diciamo poi di “convertire”. Cioè di carpire dalla vorace bocca del nulla ciò che abbiamo appena
salvato, perché sia raggiungibile e condivisibile pur nella continua e acceleratissima evoluzione dei
linguaggi informatici (ma vi ricordate i programmi di scrittura che usavamo anche solo vent’anni
fa? e i floppy disc grandi come un 45 giri?). In fin dei conti, convertire non è, nel mondo
informatico come nella Bibbia, il processo che testimonia l’importanza vitale della relazione e della
comunicazione, di ritornare a una relazione e comunicazione essenziale per la nostra vita?
E poi “giustificare” e “icone”. In entrambi i casi, si evidenzia nel mondo del computer l’urgenza di
plasmare ciò che andiamo producendo secondo una forma che corrisponda al nostro gusto o alla
nostra fantasia creatrice. Insomma, cerchiamo di rendere belli i nostri documenti piuttosto che il
tema del desktop. E non è forse ciò nostalgia di una Bellezza più grande che illumini i frammenti
delle nostre esistenze? Non ci vengono in mente le icone della tradizione orientale? E san Paolo,
che ci ricorda che siamo “giustificati”, e cioè recuperiamo la nostra immagine e somiglianza con
Dio, la nostra autentica bellezza, solo per la fede nel Cristo risorto (Gal 3,2)?
Infine, la stessa parola “rete” ci richiama alla mente quella colma di pesci che Pietro e compagni
pescatori, dubbiosi e stanchi, tirarono su quella mattina, nel lago di Tiberiade, dietro suggerimento
di un certo Gesù (Lc 5,4). Che in qualche modo li rese, appunto, “esperti della rete”. E, guarda un
po’!, rete è, appunto, il web, internet.
E allora accogliamo con gioia e gratitudine anche questo sito: un’ulteriore “piazza” dove incontrarci
e dialogare, oltre alla chiesa e a tutti gli altri ambienti, interni ed esterni, della nostra parrocchia. O
anche solo per scambiarci informazioni e restare collegati. Ah già, si dice: connessi…